Cresce l’attesa in vista della prima votazione in Aula per l’elezione del Presidente della Repubblica, ma gli scenari sono ancora tutti aperti e non si esclude il “coup de théâtre”.
Numerosi i contatti tra Pd e Pdl, convinti ancora di trovare una convergenza su un nome comune; ma è Beppe Grillo, con i suoi 163 parlamentari, la vera novità e l’incognita di queste elezioni presidenziali.
Tra i nomi più noti crescono le quotazioni di Giuliano Amato e di Massimo D’Alema, accanto ai quali continua a circolare il nome di Franco Marini.
Non si escludono sorprese da parte del segretario Bersani, il quale potrebbe ripiegare su un nome autorevole e meno politico come quello di uno dei due giudici costituzionalisti Sabino Cassese o Franco Gallo, entrambi già ministri del governo Ciampi.
La fatidica soglia dei due terzi è messa, sempre più, a repentaglio dall’eventuale presenza di “franchi tiratori”.
Nel mentre il M5S ha messo in campo, dopo le “Quirinarie” fatte rete, il proprio candidato, la giornalista Milena Gabanelli conduttrice storica di “Report”, ma non si esclude che un outsider come Stefano Rodotà, terzo classificato alle “Quirinarie”, possa essere favorito.
E i montiani di “Scelta Civica” cosa fanno? Bocciano di fatto la possibilità che l’ex premier, Romano Prodi, possa diventare il prossimo presidente della Repubblica perché non gode di una «maggioranza ampia» mentre spingono affinché ci sia un nome che trovi d’accordo anche il Pdl.
Nel segreto dell’urna, chiamata “l’insalatiera”, tutto può succedere.