“Il sistema Zambuto trova applicazione anche sul versante del Prg”. Lo affermano i consiglieri dell’Mpa al Comune di Agrigento, Francesco Picone e Riccardo Mandracchia.
“La sua missione è ormai quella di dribblare il Consiglio comunale – aggiungono i due esponenti autonomisti – di non mettere l’Aula nelle condizioni di lavorare e di offrire il suo importante contributo. Una prassi che va smascherata e corretta perché non si può giocare con la dignità istituzionale e politica dell’intera assemblea cittadina. Da mesi il sindaco si riempie la bocca, annunciando alla città, attraverso i mass media, il deposito delle prescrizioni esecutive. Salvo scoprire poi che quegli elaborati sono delle semplici linee guida. Cosa pensare allora? Di certo va letto in profondità questo atteggiamento, che lascia quanto meno perplessi, anche perché Zambuto e la sua giunta sin dalla prima ora si erano espressi che l’ approvazione delle prescrizioni esecutive avrebbero fatto ripartire l’economica ad Agrigento. Bene – aggiungono Picone e Mandracchia – noi siamo convinti che invece non cambierà nulla, almeno per il comune cittadino. Non essendo normate, le linee guida sfuggono ai dettami previsti dalla normativa urbanistica. Mancano difatti parecchi elaborati, come ad esempio lo schema plano volumetrico.
Se si fosse trattato di prescrizioni esecutive sarebbero stati previsti obbligatoriamente. Per queste ed altre anomalie riscontrate – sottolineano i due consiglieri dell’Mpa – le linee guida, a nostro parere, si traducono in una mera presa in giro per la collettività. Tra l’altro, se entriamo nel merito, emergono parecchie zone d’ombra. Per andare nel dettaglio, bisogna avere a disposizione il 25% dell’intero comparto per essere sicuri di potere realizzare qualcosa. Pertanto nessuna voce in capitolo avranno i piccoli proprietari, destinati a soccombere ai voleri delle grandi opere: chi possiede il 5% del comparto, ad esempio, è costretto a consorziarsi con altri per raggiungere la fatidica soglia stabilita. Giova sottolineare, inoltre, che l’aumento del carico urbanistico previsto con queste famigerate linee guida, a nostro avviso, non è compatibile con la situazione igienico sanitaria, soprattutto di zone come il villaggio Mosè, i cui scarichi fognari afferiscono ad un depuratore saturo da tempo. Come potranno essere, dunque, rilasciate ulteriori concessioni edilizie? Il privato cittadino dovrà dotarsi di fossa Imhoff o addirittura di privato impianto di depurazione?
Tutti interrogativi che certificano l’inefficiente e incomprensibile programmazione, anche su questo versante, dell’amministrazione Zambuto, la cui scelta di elaborare una linea guida, di fatto, ha fornito una visione non assolutamente esaustiva dal punto di vista urbanistico, allungando da un lato i tempi per l’immediata fruibilità delle aree ricadenti nelle Prescrizioni Esecutive e dall’altro rimandando l’attuazione e conseguente distribuzione interna dei comparti e/o sub comparti ai progetti esecutivi di comparto (PEC) e quindi ad approvazione degli uffici competenti che magari inconsapevolmente, potranno assumere provvedimenti differenti caso per caso, arrivando all’opposto di quello che una pianificazione urbanistica dovrebbe garantire. Senza parlare poi che siamo ancora in attesa di capire se il piano regolatore generale, approvato nel 2009, sia davvero decaduto oppure no.
Se sì, il Consiglio comunale – concludono Picone e Mandracchia – non potrebbe neanche trattare le prescrizioni esecutive o linee guida, dal momento che le stesse sono originate da uno strumento non più attuale”.