Riceviamo e pubblichiamo

Dopo aver sentito il sindaco dichiarare che l’Amministrazione disconosce la paternità della presenza in città dei gruppi folklorici giapponesi e lettoni e, come se non bastasse, aver innescato un vero e proprio incidente diplomatico con la Bulgaria, sento innanzitutto il dovere di porgere le mie formali scuse ai nostri ospiti giapponesi, lettoni e bulgari, lasciati in balia di se stessi, nonostante Agrigento si vanti di essere – per mezzo della Sagra – capitale dell’accoglienza e della concordia tra i popoli. Il secolare buon nome della nostra Agrigento va ben al di là di passeggeri sindaci, assessori, consiglieri comunali ed esperti di tarantelle: a nessuno di costoro può essere consentito di esporre la città al pubblico ludibrio ed a cotanta ignominia.
Detto ciò, i nostri malcapitati ospiti non meritano di sentirsi dire che il Sindaco “ha le carte a posto” e che pertanto è libero di lasciarli all’addiaccio; meritano invece e comunque un’accoglienza di tutto rispetto, degna del nome di Agrigento, già oltremodo infangato: l’Amministrazione si faccia quindi carico delle spese di vitto, alloggio e di quant’altro necessario. Questo è il minimo sindacale affinchè si tenti, seppur in extremis, di arginare questa colossale e pessima figura. Dopodichè, a bocce ferme, laveremo in casa i panni sporchi e vedremo chi dovrà farsi carico – anche economicamente – di questa evitabilissima e sciagurata vergogna.
Il Consigliere comunale
Alessandro Patti