“Per me le parole hanno ancora un peso ed un senso. Gli impegni, specie se verbalizzati e solennizzati, vanno rispettati ed onorati. Se ciò non avviene, come si è puntualmente registrato anche in occasione delle ultime sedute, allora la dignità di uomo e di amministratore mi ha suggerito, anzi imposto di mettermi da parte”. Così Aurelio Trupia, il dimissionario presidente del consiglio comunale di Agrigento, delinea il quadro all’interno del quale è maturata la scelta di rassegnare le dimissioni.
“Il senso di responsabilità non può essere solo uno slogan elettorale – ha dichiarato Trupia nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso l’ufficio di presidenza del consiglio comunale di Agrigento -. Dopo le dimissioni del sindaco Zambuto, la conferenza dei capigruppo aveva sottoscritto un documento, il cui contenuto era un vero e proprio inno alla collaborazione, al sacrificio, allo spirito di abnegazione, all’azione costruttiva e propositiva. Di fatto sanciva, per intenderci, una sorta di patto di responsabilità fra le diverse forze politiche nell’esclusivo interesse della città. Tutte belle parole, rimaste però tali. I lavori d’Aula scanditi ancora dalle solite e stucchevoli liturgie: le passerelle, il dibattito, ma poi nulla di concreto, nulla di tangibile. Al momento del voto il fuggi fuggi generale di buona parte dei consiglieri. Risultato? Sedute infruttuose e problemi irrisolti per i cittadini e per la città attraversata da un momento di grande e profonda crisi sociale ed economica. La misura è davvero colma. Non posso più rappresentare alcuni settori di questo Consiglio comunale. Non posso farmi travolgere da un modo di operare che non mi appartiene, che mette a dura prova i miei valori etici, morali e politici. C’è addirittura chi è entrato già in clima di campagna elettorale, trasformando l’Istituzione come una sorta di tribuna elettorale. Non è tollerabile che avvenga tutto ciò a fronte di emergenze in sequenza che stanno investendo la nostra gente e il nostro Comune, privo ormai da oltre un mese di sindaco e dunque in una fase di sostanziale immobilismo. Rispetto a questo contesto, ritengo quindi, obbedendo ai miei principi, di avere fatto la scelta giusta. Di non potere prestare più il fianco a quanti siedono tra i banchi senza esibire senso di responsabilità. E la responsabilità mi spinge oltre – evidenzia Trupia – lancio ai consiglieri questo invito: affrontiamo i provvedimenti, urgenti, quelli che hanno natura economica e finanziaria destinati ad incidere sull’assetto del bilancio comunale e sulle tasche dei cittadini e poi togliamo il disturbo andandocene tutti a casa. Sgraviamo la città da questo peso economico legato ai gettoni di presenza. Per essere chiari, approviamo la forma di gestione per il servizio di igiene urbana, i regolamenti Tasi ed Imu, determiniamo le rispettive aliquote ed esaminiamo il consuntivo 2013. Tutto il resto, in questo clima ed in queste condizioni, è solo e soltanto inutile e dannoso per l’Ente. Per quanto mi riguarda l’invito è accolto, e per prevenire possibili maliziosi pensieri, ribadisco che questa mia decisione non è strumentale a nessuna prospettiva ed ambizione politica da perseguire” – conclude Aurelio Trupia.