Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale Alessandro Patti che interviene sulla richiesta avanzata al presidente del consiglio comunale di avviare un procedimento di decadenza nei suoi confronti.
Il motivo: “Troppe assenze in commissione”.
Ecco il testo della nota:
“Ho arimoppena appreso, leggendo un articolo a firma di Gioacchino Schicchi su La Sicilia, che il Presidente del Consiglio Comunale Carmelo Settembrino è stato informalmente sollecitato da una decina di consiglieri (che, stando sempre al resoconto giornalistico, preferiscono trincerarsi dietro l’anonimato) affinchè avvii a carico del sottoscritto, nonché dei colleghi Aurelio Trupia e Luca Spinnato, il procedimento di decadenza dalla carica di consigliere comunale. La causa scatenante di tale iniziativa, che travalica i confini della più fervida fantasia, parrebbe essere un articolo – sempre pubblicato su La Sicilia nell’edizione del 10 gennaio u.s. – che rendeva note le ragioni per cui, con modalità e tempi diversi, Trupia, Spinnato ed io maturavamo la decisione di non partecipare più, da tempi non sospetti, alle adunanze delle commissioni consiliari.
Rimango letteralmente senza parole; sono allibito, esterrefatto ed indignato. Dacchè è scoppiato lo scandalo intorno alle commissioni consiliari, ho ritenuto opportuno ed anzi doveroso, da uomo delle Istituzioni, provare comunque a tutelare il buon nome dell’ente e soprattutto della mia città. Mentre da più parti si faceva di un’erba un fascio, denunziando e dipingendo un malcostume elevato a sistema io, premettendo che i fatti per cui oggi è clamore sono indiscutibilmente legali e conformi all’assetto normativo, affermavo ed affermo ancora, con non poca fatica ed imbarazzo, che l’evidente ed innegabile degenerazione è piuttosto figlia di scelte strettamente personali, più o meno diffuse. Insomma, ritenevo e continuo a ritenere che la questione assuma piuttosto connotati etici e di opportunità socio-politica, la cui valutazione viene rimessa alla discrezionalità del singolo individuo, ancor prima che consigliere comunale.
Ebbene, con profonda amarezza, prendo atto del fatto che il vano tentativo di risparmiare alla mia martoriata città l’ennesima figuraccia a livello nazionale, ha addirittura prodotto l’effetto contrario: qualcuno, sferrando un anonimo attacco, del quale francamente non riesco a decifrare la natura (politica o personale?), ritiene di poter giustificare l’inusitato numero di commissioni, proponendo l’ignominiosa decadenza di chi, come me, si è macchiato della “colpa” di non partecipare più alle stesse.
Non so davvero cosa dire, non riesco a trovare parole adeguate. Mi verrebbe, ancora una volta, di chiedere scusa alla città; ma stavolta non riesco a fare neppure questo.