Il prossimo 21 gennaio 2015, Cianciana ricorderà il 70° anniversario della morte del partigiano Antonino Amato, insignito della medaglia d’oro della Resistenza.
Antonino Amato, nato a Cianciana il 17 febbraio 1923 morì il 21 febbraio 1945 ad Onzo (SV) Liguria, e le sue spoglie giacciono nel cimitero di Albenga.
Compì numerose azioni di sabotaggio per fermare le truppe tedesche, era maresciallo delle truppe artigiane che operavano nell’Appennino Ligure.
La manifestazione in suo ricordo prevede un convegno presso il Centro Sociale; seguirà alle ore 11,30 la deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti e alle 11,45 sarà scoperta una lapide in memoria del Partigiano Antonino Amato, in via Monturo, sulla casa natale.
Saranno presenti alla commemorazione oltre ai Sindaci e ai Dirigenti scolastici della zona con gli alunni, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Agrigento, Mario Mettifogo, Piero Mangione vice Presidente dell’ANPI – federazione di Agrigento, Raffaele Zarbo, Provveditore agli studi di Agrigento e Nicola Diomede, Prefetto di Agrigento.
Biografia del Partigiano Antonino Amato
Poco più che diciannovenne, Antonino Amato, di Pietro e Antonina Taglialavore, terzo di cinque figli, come tanti giovani dell’epoca fu chiamato alle armi. Erano già passati quasi due anni dalla dichiarazione di guerra da parte di Mussolini, avvenuta il 10 giugno 1940; ma già nel 1942 si intravedevano i primi segnali della sconfitta.
Intanto Antonino Amato era impegnato a prestare servizio sulle Dolomiti bellunesi per poi spostarsi nel salernitano e risalire poi verso la Liguria tra gli stenti di un esercito sempre più stanco e sfiduciato. La popolazione italiana, afflitta da tre anni di bombardamenti e di privazioni di ogni genere aveva ormai capito che la guerra era perduta. Lo sbarco degli Alleati in Sicilia del 10 luglio 1943 ne era la conferma e aveva alimentato tensioni non solo a livello popolare ma anche nelle Forze Armate e perfino tra le gerarchie fasciste.
La decisione del re Vittorio Emanuele III di nominare Badoglio alla guida del nuovo Governo, dopo l’arresto di Mussolini e l’infelice decisione di continuare la guerra senza impartire ordini precisi alle truppe gettò queste ultime e la stessa popolazione nella più assoluta confusione . A questi fatti si aggiunse la firma dell’Armistizio dell’8 settembre 1943 che fu interpretato da Tedeschi come un tradimento che portò all’occupazione nazista del territorio italiano non ancora occupato dagli Alleati. Intanto l’Esercito Italiano negli stessi momenti in cui il Re Vittorio Emanuele e i gerarchi fascisti fuggivano da Roma, si trovavano a fronteggiare quello che fino a poco tempo prima era stato l’esercito alleato.
L’8 settembre 1943 iniziò, tra l’altro, l’attuazione della caccia agli ebrei e della loro deportazione nei campi di sterminio.
A questi fatti si aggiunse la liberazione di Mussolini che portò alla formazione della Repubblica di Salò e di conseguenza alla vera e propria guerra civile: fratelli contro fratelli.
In quegli anni prese vigore politico e militare l’intervento Partigiano, giovani motivati e fortemente decisi a cacciare i Tedeschi e annientare la presenza fascista in Italia, in nome della Libertà e della Democrazia. Antonino Amato di questi ideali ne fece la sua bandiera; per il suo coraggio e la sua determinazione veicolate dalle sue vive convinzioni socialiste assunse ben presto la carica di Maresciallo delle truppe Partigiane di stanza sull’Appennino ligure. Ormai a pochi mesi dalla Liberazione del territorio italiano dall’occupazione nemica, Antonino Amato era impegnato con la sua truppa nel bloccare l’avanzata nazista. Ma il nemico era ormai alle spalle, erano rimasti pochi istanti per collocare la carica esplosiva alla base di un ponte nella zona di Onzo, che avrebbe tagliato la strada al nemico; in uno slancio di sacrificio Antonino a soli 22 anni si gettò nell’impresa impedendo ai compagni di fermarsi e intimando loro di proseguire per mettersi in salvo. Il giovane riuscì a far esplodere il ponte ma nello stesso momento fu colpito alle spalle da una raffica mortale. Era il 21 gennaio 1945. A ragione di tale gesto eroico e coraggioso fu attribuita la Medaglia d’Oro al Valor Partigiano alla memoria di Antonino Amato e negli anni Settanta, in occasione della modifica della toponomastica di Cianciana, fu intitolata al valoroso personaggio la via che costeggia Palazzo Giandalia.
Di seguito riportiamo l’immagine che la famiglia di Albenga (SV), che per alcuni mesi aveva tenuto nascosto Antonino, decise di stampare in ricordo del giovane Eroe Partigiano.
Oggi Antonino Amato riposa nel cimitero civile di Albenga nel quale è stato eretto un monumento ai Caduti che porta le incisioni dei nomi di quanti vi riposano.