Era nell’aria, anche se si tentava di sminuire la portata dell’evento, adesso si ha notizia che si è dimesso l’allenatore Gaetano Mirto (nella foto) e con lui, forse per solidarietà, il “secondo” Salvatore Principato, il collaboratore tecnico Simone Berizia, il preparatore atletico Alessio Torino, il psicologo dello sport Giacomo Chiara, ma anche il team manager Giovanni Albanese. Insomma la frittata è fatta. Dopo tre anni di intensa attività, durante i quali Mirto ha portato la squadra dalla Promozione alla Serie D, passando per l’Eccellenza, il tecnico, per questi contrasti, ha rassegnato le dimissioni e la cosa, in questo momento particolare, viene a sconvolgere il normale status di squadre e società. Mentre il prossimo avversario si chiama Akragas.
Naturalmente abbiamo ascoltato l’allenatore Gaetano Mirto, il quale, senza porgli la domanda, ha detto:
“Si, in effetti, sono arrivato ad un scontro con un giocatore, cosa della quale mi pento ed ho chiesto scusa, ma questo episodio mi ha fatto capire anche tante cose sul lavoro che ho svolto, in tre stagioni e mezza alla Leonfortese e che forse non è stato adeguatamente apprezzato. Posso dire che mi sento il mondo addosso, per questa fronda dei giocatori nei miei confronti. E questa è cosa che non mi aspettavo da parte di chi avevo sempre e comunque protetto, all’interno e all’esterno dell’ambiente”.
– Il suo rammarico?
“Quello che è come se non avessi mai fatto nulla a Leonforte. Mi si può dire che sono severo coi giocatori, che forse devo limare un pochino il mio carattere, ma quello che ho fatto è stato indirizzato sempre al bene della società e della squadra”.
– Il suo attuale stato d’animo?
“In questa valutazione, penso più al fatto umano che a tutto il resto, ma evidentemente nel calcio vanno cosi e certe cose diventano ineluttabili”.
– La dirigenza cosa ha fatto in questo frangente?
“Tutto il possibile, con il presidente Nuccio Buono in testa, per ricucire lo strappo, ma, come detto prima, i giocatori non hanno condiviso ed io, per il bene della squadra, ho dato le dimissioni”.
– Come lascia Leonforte e la Leonfortese?
“Intanto, ribadisco il mio grazie al mio presidente Nuccio Buono, da cui ho avuto una fiducia ricambiata, e ai miei collaboratori e amici che mi hanno seguito. Ma anche al pubblico, diventato “tifoseria”, e l’ambiente circostante, tanto che a Leonforte, pur avendo vinto dovunque sono stato, mi sono sentito importante e come a casa mia. Dimenticavo. Voglio ricordare Marco Semprevivo, un giocatore che avevo accolto con diffidenza e che, invece, è diventato essenziale e umanamente importante per me e la squadra”.
Carmelo Pontorno
Quotidiano “La Sicilia”
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