A Favara l’80% delle ragazze disponibili a lavorare non riesce a trovare impiego.

E’ quanto emerge da uno studio realizzato da Red-Sintesi, in occasione dell’8 marzo, sull’occupazione femminile da un punto di vista territoriale.

Quali sono i comuni in cui le donne “lavorano”? I dati del censimento riescono a dare una panoramica completa a dettaglio comunale dell’occupazione femminile e ne emerge un’Italia divisa in due. Il tasso di occupazione femminile per la popolazione con almeno 15 anni era pari al 36,1%, ma in molti comuni supera il 50%. Le performance migliori si riscontrano nei comuni della provincia di Bolzano che sembrano riuscire ad offrire alle donne le migliori condizioni di crescita professionale. In coda della classifica troviamo i comuni del Sud: a Crispano, Palma di Montechiaro, Niscemi e Francofonte solo il 13% della popolazione femminile lavora.

Anche la classifica ristretta ai soli capoluoghi vede ai primi posti i comuni del Sud: Andria, Barletta, Napoli e Trani superano di poco il 20%. A Palermo il tasso di occupazione femminile e’ al 25,5%; a Catania il 23,9%. Ma il divario e’ minore nei comuni del Bolognese. Ed il futuro? Per parlare di futuro “al femminile” ci focalizziamo sui giovani ed anche in questo caso troviamo tra le prime posizioni i comuni di Bolzano. Qui oltre ad essere piu’ forte una cultura al lavoro femminile, probabilmente la crisi economica si e’ avvertita meno ed aumentano le possibilita’ tra i giovani.
A Favara (Agrigento) l’80% delle ragazze disponibili a lavorare non riesce a trovare impiego, situazione simile a Qualiano (75,9) e a Casal di Principe (77,7).

“Bisogna puntare sull’occupazione femminile per uscire dalla crisi – sottolineano le ricercatrici di Red-Sintesi – questo non implica solo un cambiamento della societa’ a favore della donna che scardini pregiudizi, ma soprattutto un aumento delle opportunita’ lavorative che valorizzino maggiormente competenze e peculiarita’ caratteristiche di molti ambiti delle attivita’ sia imprenditoriali che dipendenti”.