Il senatore Vincenzo Gibiino (FI) definisce un “papocchio” l’attuale situazione del PD agrigentino.
“Cio’ che è iniziato male finisce peggio: il papocchio del Pd ad Agrigento continua” ha dichiarato Gibiino, coordinatore del partito in Sicilia e membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia che ha sottolineato che “mentre i renziani oggi chiedono l’annullamento delle primarie di domenica scorsa, il presidente della Regione Crocetta, contraddicendo stamane la benedizione da lui stesso impartita alla candidatura di Alessi, afferma pubblicamente di quest’ultimo che “almeno è uno che ha i soldi” e al tempo stesso sostiene di non avere capito niente di quel che succede in quella provincia. All’ombra dei Templi e della Storia, Agrigento e gli agrigentini meritano di più”.
Il Coordinatore di Forza Italia, lo scorso 10 marzo, si era opposto alle primarie con il PD ed in quella occasione aveva dichiarato: “Il partito di Silvio Berlusconi è all’opposizione, di Matteo Renzi a Roma come di Rosario Crocetta a Palermo. E’ pertanto ovvio che nessun candidato azzurro potrà prendere parte alle primarie del Partito democratico. Il nostro movimento sta valutando le proprie candidature per le prossime elezioni amministrative, lo stiamo facendo con un ampio confronto interno e su tutti i territori, ascoltando con estrema attenzione le proposte dei dirigenti locali. Insieme sapremo individuare le figure migliori da contrapporre al Pd. Sono certo che Riccardo Gallo saprà dimostrare ancora una volta la propria lealta’ a Forza Italia contribuendo alla scelta dei nostri candidati“.
Gallo aveva replicato: “Non so con chi Gibiino si stia confrontando ad Agrigento, posto che non lo si vede da diversi mesi nonostante si voti in diversi e importanti Comuni della provincia. A meno che, ma non lo penso, Gibiino si sia confrontato con ben altri soggetti politici aderenti ad altre forze politiche della mia provincia e sia stato indotto da questi ad affidare in appalto esterno il simbolo di Forza Italia e portarlo dal vecchio amico Alfano. Non lo penso ma mi viene riferito. E allora, l’ unico modo che egli ha di dissipare ogni dubbio è quello di affidare ai due soli parlamentari della provincia eletti nell’ allora Pdl e aderenti a Forza Italia (Ruvolo e Gallo) la firma congiunta sull’ utilizzo del simbolo. Diversamente, la lealtà di cui parla e si fregia è solo mistificazione. Ribadisco in conclusione che ogni mia posizione risponde sempre alle decisioni del presidente Berlusconi”.