Un grosso blocco appartenente ad una casa “troglotida”, scavata nella roccia migliaia di anni fa, si è staccato dal costone sul quale sorge la cattedrale di San Gerlando rotolando fin sopra la via 25 Aprile.
Il fatto, che fortunatamente non ha causato danni, è avvenuto all’alba di ieri ed ha riportato prepotentemente alla ribalta il rischio che corre non soltanto la Cattedrale che poggia su quel costone, ma anche altre parti della città.
Ci si avvicina infatti alla fase critica, cioè al momento dell’asciugatura del terreno dopo le abbondanti piogge invernali.
Secondo Attilio Sciara, responsabile della protezione civile del Comune di Agrigento, i costoni calcarenitici sono molto degradati e vengono monitorati quotidianamente.
Monitoraggio che serve a ben poco se Stato e Regione non interverranno con finanziamenti sostanziosi per mettere in sicurezza tutto: costone e Cattedrale. Servono, come è noto, almeno 30 milioni di euro che il Comune di Agrigento non ha ma che occorre finanziare.
Finora la Regione Siciliana ha messo a disposizione della Protezione Civile, 5 milioni di euro che basteranno per la progettazione.
Per realizzare il progetto per la messa in sicurezza del colle, la Protezione civile regionale – dopo aver pubblicato il bando lo scorso 16 febbraio – ha cercato un gruppo di esperti professionisti per stilare il concreto piano di lavoro. Adesso, dopo che il bando sembrerebbe essere andato deserto, si starebbero cercando – con la pubblicazione di un bando europeo – professionisti esterni alla Regione Sicilia.
Intanto il tempo passa e le preghiere di Monsignor Montenegro – che durante il suo discorso ai fedeli nella notte del Venerdì Santo ha richiamato l’attenzione sulle “realtà chiuse o in procinto di chiudersi” – e di quanti hanno a cuore la città e la Cattedrale di San Gerlando, potrebbero non bastare più.