La Lega Pro nella prossima stagione ripartirà da tre gironi da 18 squadre, con un assetto diverso da quello che abbiamo visto negli ultimi anni.
Un’inversione di tendenza dettata purtroppo da cause di forza maggiore. Di questa situazione ha parlato il Presidente della Figc Carlo Tavecchio come riportato dall’Ansa: “Daremo un termine agli aventi titolo all’iscrizione solo dopo la rinuncia del Castiglione. In Lega Pro dovremo arrivare a una compagine di 54 società. E’ una tosatura non di poco conto. In Serie D sono ammesse il Parma e il Monza, mentre sono in itinere Grosseto, Reggina e Venezia. In Eccellenza andranno Barletta e Varese. Questa è la situazione a oggi, sarà ritoccata poi dopo le pronunce dei tribunali”.
Il numero delle società iscritte, che doveva essere di 60, è sceso a 51: hanno abbandonato in nove, comprese Reggina, Venezia e Varese, realtà storiche del calcio italiano.
La Paganese, come riporta la Gazzetta dello Sport, inizialmente era stata esclusa dalla FIGC ma venerdì è stata riammessa del Collegio di Garanzia del Coni e dunque sarà ai nastri di partenza. E così bisogna riempire nove vuoti; non otto, visto che il Brescia sarà con tutta probabilità ripescato in Serie B andando a prendere il posto del Parma, che è fallito e ripartirà dalla D. Sono finora tre le società ad aver presentato regolare domanda: AlbinoLeffe, Pordenone e Seregno, la quale comunque ha indicato il suo campo di gioco in un’altra provincia – potrebbe rappresentare un problema – mentre Forlì, Gubbio e Sambenedettese non rientrano nei parametri tanto quanto Monopoli, Taranto e Viterbese che hanno presentato la domanda nei termini ma senza un’adeguata copertura finanziaria.
Però, come ricorda sempre la Gazzetta dello Sport, il calcioscommesse blocca tutto perchè ci sono almeno tre società (Torres, Savona e Vigor Lamezia) che potrebbero essere retrocesse d’ufficio. Ciò significa che la probabilità maggiore, stante il quadro completo della situazione, è che la prossima Lega Pro sia formata da 54 squadre, divise equamente in tre gironi da 18.