Anche la città di Agrigento ha fornito il suo importante contributo al ricordo dello scrittore, poeta, regista e cineasta Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della sua scomparsa grazie ad iniziative organizzate dal Centro Culturale Pier Paolo Pasolini in collaborazione con l’Associazione Culturale “Ciak Donna” e con il Circolo “Jhon Belushi” sul tema “Immagini, poesia e musica. Omaggio a Paolo”.
Gli organizzatori, operando secondo l’ottica dei “Sistemi d’attrazione” (gli spazi di confine e le linee di intercomunicazione tra i vari linguaggi artistici ed espressivi), hanno inteso concertare e strutturare un focus pasoliniano che si è articolato in due giornate. Lo scorso 10 novembre, presso il cinema Ciak di Agrigento è stato proiettato il film “Non essere cattivo” per la regia di Claudio Caligari, un lucido romanzo popolare che racconta un microcosmo immutabile governato dal caos, un’ Ostia selvatica e post-pasoliniana, terra di nessuno abbandonata al suo destino, schiacciata tra la metropoli che rigetta gli scarti della società e il mare silenzioso che ogni giorno vede naufragare generazioni di persone. Nella serata di ieri, venerdì 20 novembre, è stato invece realizzato uno spettacolo con letture, proiezioni e musica per un viaggio sentimentale nella narrazione e nel ricordo di Pasolini quale uno dei maggiori esponenti della cultura italiana del Novecento.
Una retrospettiva per conoscere l’uomo, l’artista, il giornalista che più di ogni altro ha dato pieno significato all’informazione, una kermesse che ha visto sul palco del Teatro della Posta Vecchia diversi esponenti del mondo culturale agrigentino i quali si sono espressi nella maniera a loro più congeniale per evidenziare il racconto della vita e la dinamica della morte del grande scrittore e regista emiliano. La serata, introdotta con la proiezione di alcune struggenti e significative immagini relative ai recenti criminosi fatti di Parigi, è stata presentata da Maurizio Masone, Presidente del Centro Culturale “Pier Paolo Pasolini” e da Giusi Carreca, esponente dell’Associazione Culturale Ciak Donna.
Con letture di brani e poesie hanno partecipato alla manifestazione Giovanni Moscato, Giandomenico Vivacqua, la stessa Giusi Carreca, Margherita Biondo, Aurora Augello, Rodolfo Di Rosa, Elisa Cilona, Lia Lo Bue e Franco Settecasi. Gli interventi musicali sono stati curati da Totò Nocera e dal gruppo “Iricanti”. Nel corso della serata sono stati proiettati significativi video tra i quali, in particolare, si segnala un’intervista a David Grieco autore del libro “La macchinazione” dove lo stesso evidenzia le prove, le testimonianze e i documenti del complesso caso giudiziario riguardante la morte di Pasolini.
Significativo anche l’intervento della scrittrice e regista palermitana Cetta Brancato curatrice della mostra fotografica dal titolo “Pasolini Matera”, scatti rubati dal fotografo Notarangelo durante le riprese de “Il Vangelo secondo Matteo”, che la scrittrice ha commentato e approfondito, tramite la proiezione delle immagini, raccontando la vita dello scomparso regista bolognese e la genesi della sua morte. Una ricca manifestazione con mirati propositi di riflessione sul pensiero e sull’opera di uno dei più grandi intellettuali italiani del dopoguerra col fine di restituire il senso di quella “scrittura della realtà” nella quale Pasolini trovò la massima libertà di espressione. Si consideri che sono giorni drammatici quelli in cui cade il quarantesimo anniversario dell’uccisione di Pier Paolo Pasolini, il poeta, lo scrittore, il regista, che più di ogni altro ha denunciato, con tutti gli strumenti che l’arte moderna gli aveva messo a disposizione, la fine del mondo antico e la perdita di ogni riferimento sociale ed economico per la massa degli individui disperati, erranti nel mondo, senza meta e senza umanità.
E’ bastato ascoltare la recitazione della poesia “Profezia” per misurare l’immensità della sua visione profetica e l’annuncio di questo tempo dannato per capire la potenza della sua visione su quello che sarebbe accaduto nel terzo mondo la cui economia di sussistenza avrebbe ridotto alla fame milioni di persone che poi avrebbero invaso il primo. Una serata che ha entusiasmato i presenti e che non si è limitata a mera testimonianza di come la morte di Pasolini sia avvolta nel mistero ma ha evidenziato il senso profondo di tutta la sua azione intellettuale e il grido di dolore che ha lanciato sulla fine del mondo antico.