Pasquale Spataro, consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città”, si rivolge all’amministrazione attiva di Palazzo dei Giganti, ancora ferma al palo nell’avvio dell’attività di promozione dell’edizione 2016 della sagra del mandorlo in fiore.
“In piena estate, eravamo in agosto – sottolinea Spataro – il sindaco convoca una conferenza stampa per annunciare alla città che ad Agrigento si sarebbe finalmente cambiato pagina nell’organizzazione di questo atteso e prestigioso appuntamento: pianificazione del calendario degli eventi e preventiva ed incisiva campagna pubblicitaria, da far partire nei tempi corretti. Calendario alla mano, siamo a dicembre – osserva il consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città” – e sulla programmazione della kermesse sembra essere calato un silenzio quasi assordante. Nessuna iniziativa di promozione e di rilancio. Eppure c’è chi, come il sottoscritto, spendendosi di persona, ha in questi mesi lavorato concretamente, a fari spenti, per raggiungere questo importante obiettivo.
Come presidente della Commissione Turismo, coinvolgendo gli operatori del settore, le organizzazioni e le associazioni di categoria, sono riuscito a mettere a punto, a costo zero per le casse del Comune, un piano pubblicitario diffuso e capillare attraverso uno spot televisivo nelle emittenti locali, che trasmettono in diverse regioni, con conseguente copertura di tutto lo Stivale. La proposta, incredibilmente, non trova ancora la condivisione da parte dell’amministrazione comunale. Non capisco allora, visto che i tempi cominciano ad essere stretti, quali siano le prerogative che muovono l’azione del governo locale che, a fronte di un impegno assunto, rimane incomprensibilmente immobile, vanificando di fatto anche gli sforzi e i sacrifici provenienti da soggetti che operano nel privato.
La sagra del mandorlo in fiore e il festival internazionale del folklore rappresentano una vetrina straordinaria per la nostra città, ma senza una tempestiva e significativa campagna pubblicitaria, questo avvenimento continuerà a non produrre nulla, a non lasciare segni concreti e significativi nell’economia locale. E senza ritorno a beneficio del tessuto produttivo di casa nostra, la kermesse non potrà mai esercitare quel tanto auspicato ruolo di attrattore turistico in termini di volano, finendo per assumere la dimensione, con il rispetto dovuto, di semplice sagra paesana.
E la città oggi ha bisogno assolutamente di fare il salto di qualità, il salto in avanti. Non certamente indietro”.