Il Presidente del Lions Club Ribera, Giuseppe Mazzotta, ha organizzato un convegno ispirandosi ad un apposito Service Distrettuale e con il titolo: INFRASTRUTTURE IN SICILIA – Scenari storici e prospettive future. Un tema Tosto e affrontato coraggiosamente con un uditorio qualificato e di tutto rispetto: L’incontro è stato patrocinato e condiviso dal Comune di Ribera, che ha ospitato il Convegno nella sala “Emanuela e Giovanni Ragusa”, e gli Ordini Professionali dei Dottori Agronomi e Forestali, degli Architetti, dei Geometri, dei Geologi, degli Ingegneri, dei Periti Agrari e degli Agrotecnici. A qualificare l’Evento c’è stata la certificazione per i Professionisti partecipanti del riconoscimento di crediti formativi per l’aggiornamento professionale. Tutti ingredienti che hanno da subito impresso alla manifestazione lionistica uno spessore “formativo e culturale” di primordine.
L’incontro ha avuto avvio con la presentazione del Convegno da parte del Presidente di Club l’Architetto Giuseppe Mazzotta che ha saputo centellinare entusiasmo e infondere adrenalinica vitalità a quello che si preannunciava un momento di difficile disamina di una condizione che vede mestamente la Sicilia e la Provincia di Agrigento quali Cenerentola d’Europa. A seguire sono giunti i saluti dei rappresentati degli Enti e ed Ordini presenti ed in particolare dell’Assessore Comunale Cristina Cortese, delegata dal Sindaco Carmelo Pace, che non ha nascosto l’apprezzamento per l’iniziativa, auspicando dall’incontro input importanti; gli interventi, perché tali sono diventati, andando ben oltre il saluto, sono apparsi tali dai diversi rappresentati degli Ordini che hanno messo a nudo il “vivo” interesse per l’argomento posto sul tavolo della giornata di lavori; uno di seguito all’altro si sono registrati gli interventi di Germano Boccadutri, Vincenzo Bellavia (sostituito dal Consigliere Graceffo), Giuseppe Collura, Domenico Armenio (assente quest’ultimo per un imprevisto) Domenico Terlizzese, Vincenzo Grillo e Massimiliano Trapani; quest’ultimo in particolare nel ringraziare l’Organizzatore Mazzotta ha tenuto in particolare ad esprimere alcune considerazioni che hanno contribuito certamente ad arricchire di interesse l’incontro anche perché provenienti direttamente dal Consiglio Nazionale, rimasto particolarmente deluso dagli ultimi accadimenti in sede governativa nell’approvare variazioni al Codice degli Appalti tradendo di fatto le direttive del Parlamento; direttive, a sua volta, concertate con gli Organismi Nazionali degli Ordini Professionali e varando in tal modo decreti delegati difformi a quanto per l’appunto proposto e sostenuto dal Consiglio Nazionale degli Architetti. A questo punto si è entrati nel vivo del Convegno Lions e con un cambio al tavolo della presidenza, hanno preso posto i Relatori della manifestazione, l’Ing. Giuseppe Di Giovanna studioso ed esperto storico e l’Arch. Giuseppe Vella Funzionario Tecnico dei Comuni di Realmonte e Calamonaci (che scrive questo articolo); entrambi Lions rispettivamente dei Clubs di Sciacca Host e di Canicattì Castel Bonanno.
Ha preso la parola altresì il Presidente di Zona in sede il Dr. Pellegrino La Torre che ha espresso vivo compiacimento per l’iniziativa, che ha apprezzato anche da Tecnico qual è; sottolineando che il Contesto è stato molto appropriato e sicuramente il luogo prescelto rappresenta una sorta di baricentro geografico che ha visto protagonisti gli uomini della terra Riberese e comunque della zona che comprende a pieno titolo la vicina città di Sciacca.
Nel prospettare gli interventi dei Relatori che per come sono stati previsti, afferma La Torre, produrranno sicuramente un’ampia panoramica sull’argomento prescelto e che abbraccerà dalle vicende e le vicissitudini storiche del territorio alle prospettive future con il rammarico, magari, di ritrovarsi con strutture fatiscenti, che non riescono, parlando di strade, a garantire collegamenti adeguati, sicuri e moderni e soprattutto che nel momento in cui andassero in avaria non riusciranno a garantire una alternativa creando così disagio e caos. Del resto, ed è proprio il caso di sottolinearlo, la vicenda connessa con il crollo del ponte sul Verdura docet. A questo punto il vero “Mattatore” della serata, rubando agli ambienti del teatro del XIX secolo tale definizione, si è speso nella presentazione dei Relatori e degli argomenti che da li a poco tratteranno.
Il Presidente Giuseppe Mazzotta ha aperto il sipario di boccascena e mostrato il palcoscenico, la scena e introdotto così il primo Relatore, l’Ing. Giuseppe Di Giovanna, al quale è stato affidato il compito di sviluppare i caratteri storici delle infrastrutture nella Sicilia meridionale; ciò è avvenuto, da parte dell’Ing. Di Giovanna, con maestria non comune e pari capacità dialettica; è riuscito a far rivivere pagine importanti della storia del territorio e degli uomini che ivi hanno trovato i natali e hanno saputo per capacità e spessore umano portarsi ai vertici di una giovane Italia che traguardava con speranza un futuro degno delle meraviglie e di quanto potesse essere offerto in cambio di benessere sociale; l’Ing. Di Giovanna si è intrattenuto e ha condotto per mano un pubblico attento in un excursus di diverse centinaia di anni; i colori degli albori di una Sicilia ancora del tutto al naturale ricca solo di ciò che madre natura aveva offerto generosamente e sulla quale era necessario consentire il trasporto delle merci e delle persone; per cui rifacendosi ai tempi dei Romani che videro la Sicilia come terra ricca e utile alla crescita della Repubblica e dell’Impero Romano, luogo ameno per vacanze di veterani e ottimo serbatoio per sfamare le legioni con il grano ivi abbondantemente prodotto e proseguirono nell’opera avviata secoli prima dai Greci con la costruzione della Via Selinuntina che collegava Siracusa a Selinunte.
L’attenzione è stata focalizzata su quella viabilità che ancora oggi vede la provincia di Agrigento fortemente penalizzata, puntualizzando anche le condizioni di scarsa sicurezza che hanno portato a tantissime vittime e attribuire a diverse strade l’appellativo di strade della “morte”; su queste incresciose affermazioni, interviene prontamente Giuseppe Mazzotta facendo presente che proprio la sala che accoglie il Convegno è stata intitolata, dedicata ai coniugi Emanuela e Giovanni Ragusa vittime della strada e per questo propone opportunamente un minuto di raccoglimento che viene immediatamente reso nel silenzio, da parte dei presenti in sala, che si sono disposti in piedi; silenzio interrotto da un conclusivo e significativo applauso.
Di Giovanna ha tenuto altissimo il livello di attenzione dimostrandosi un ottimo oratore, un affabulatore capace e aiutandosi con diverse slide ha percorso con sobrietà ed eleganza diversi momenti della storia della nostra regione; con puntuali cenni storici e prendendo a riferimento gli uomini nati in questa terra e che con alterni umori hanno rappresentato la stessa. Citare la Figura di Saverio Friscia, medico saccense che ha avuto “argomenti” nella nascente Italia al fianco di Mazzini; Il Deputato saccense Giuseppe Licata e dato un tratto della illustre figura di Francesco Crispi, quale statista di rango, con Rosalie Montmasson e la sua trasformazione da repubblicano a monarchico.
Un accenno alle infrastrutture realizzate nel dopoguerra con la Costruzione dell’Autostrada Palermo Mazara del Vallo che inspiegabilmente realizza una sorta di moncherino verso Mazara e che sarebbe stato sicuramente più utile e funzionale dirigerlo verso Agrigento. Il completamento della c.d. “Strada della Liberazione” nel 1997 la Palermo Sciacca.
Un meritatissimo applauso ringrazia e gratifica l’intervento dell’Ingegnere Giuseppe Di Giovanna;
A questo punto viene introdotto il secondo Relatore, l’Arch. Giuseppe Vella (estensore di questo articolo), al quale è stato affidato il compito di sviluppare e completare un difficile argomento: il quadro delle infrastrutture nella Sicilia di oggi.
L’Architetto Vella ringrazia il Presidente Giuseppe Mazzotta e da avvio al Suo intervento con una premessa che parte dalla portata del tema proposto e cioè un tema vastissimo che offre un ampio spettro di argomenti ai quali poter far riferimento, per cui è necessario, nel dover articolare un ragionamento appropriato e che sia consono e a misura dell’Evento odierno. Proprio dalla definizione etimologica del termine Infrastruttura: Parte sottostante o di sostegno di una struttura che in parole semplici corrisponde con le “fondazioni”; le fondazioni di tutto ciò che serve all’uomo, le fondazioni della Civiltà: E’ di piena evidenza che se queste fondazioni non sono realizzate bene, utilizzando buoni materiali e non sono state prese, quindi, tutte le precauzioni del caso ed effettuate correttamente tutte le indagini ricognitive, tutto ciò che si potrà realizzare sopra rischierà sicuramente una misera fine.
L’infrastruttura, in genere è la struttura o complesso di elementi che costituiscono la base di sostegno o comunque la parte sottostante di altre strutture; ciò quindi anche in senso figurato: le infrastrutture di una società. Con significato specifico, il complesso degli impianti e delle installazioni occorrenti all’espletamento dei servizî ferroviari, aeroportuali; se urbane invece, allora parliamo della rete dei servizî pubblici necessari allo sviluppo urbanistico. In senso più ampio, nel linguaggio economico, tutto quell’insieme di opere pubbliche, cui si dà anche il nome di “capitale fisso sociale” di esempio possono essere: strade, acquedotti, fognature, opere igieniche e sanitarie, che costituiscono la base dello sviluppo economico-sociale di un paese e, per analogia, anche quelle attività che si traducono in formazione di capitale personale come l’istruzione pubblica, soprattutto professionale, o la ricerca scientifica intesa come supporto per le innovazioni tecnologiche.
Infrastrutture moderne, reti idriche funzionanti, ospedali. È di questo che ha bisogno veramente la Sicilia ed in particolare l’agrigentino. Priorità per le quali, ci dice il Governo centrale, disporrebbe anche di risorse se non si fosse costretti a usarle per appianare i bilanci malmessi della Regione. Non più tardi di qualche ora fa il Cipe ha, ad esempio, approvato la destinazione di “fondi comunitari” (cioè quelli destinati alle infrastrutture) per la spesa corrente. Il Governo centrale su pressione del Governo regionale è stato costretto, a prendere una decisione di questo tipo per consentire alla Regione Sicilia di coprire un buco finanziario enorme. Ma ciò è o non è tollerabile? Non è possibile continuare a distrarre risorse finalizzate al progresso e al futuro e destinarli ad altri usi. Non possiamo continuare a togliere terreno sotto i piedi alle nuove generazioni. Non è possibile tollerare oltre tali ritardi nel risanamento di un bilancio di una Regione incapace di invertire rotta.
Realizzare il Ponte sullo Stretto è ancora una idea percorribile? Serve oggi un’altra cattedrale nel deserto? “Questa è una priorità per il Governo centrale e ci sono risorse per sostenere queste priorità”. Il Governo nazionale è intervenuto più volte per sanare situazioni d’emergenza anche allarmanti. Ad esempio, ultimo in ordine di tempo, l’intervento diretto sulla rete idrica nel territorio di Messina, rete idrica arretrata e malmessa. Dietro il vessillo dell’acqua pubblica, si è legittimato un sistema non industrializzato, anacronistico. Con risultati devastanti per i cittadini. Il tutto, chiaramente, unito a una legge regionale inadeguata (a parere del Governo centrale e per questo impugnata). Provvedimenti sono attesi anche nell’ambito dei rifiuti, settore che vede la Sicilia a livelli disastrosi con una differenziata al 13%, e soprattutto cosa più grave, una percentuale in calo.
Onestamente imbarazzano le stoccate del Governo Nazionale sull’operato del Governo regionale; ma la soluzione è la realizzazione del ponte di Messina? Intervenire sulle emergenze e sulla realizzazione delle infrastrutture non deve escludere nessun passo in avanti nella direzione della realizzazione di infrastrutture moderne. Il ponte sullo Stretto è sicuramente una scommessa. E potrebbe essere un traino per l’ammodernamento di tutta la rete stradale che – è sotto gli occhi di tutti – cade a pezzi ed è soggetta a incuria e cattiva gestione. Il ponte è un’opera di sviluppo per il Paese. Ma com’è pensabile come spesa compatibile con le capacità di spesa che, invece, si fermano davanti alle emergenze e che il sopperire alle stesse di fatto rallenta lo sviluppo. Solo per una questione di coerenza? Ma che coerenza è? Si promette tra l’altro che non deve essere al ribasso, anzi. Chi mette in alternativa le due cose compie un grosso e grave errore. La realizzazione del ponte sullo Stretto può essere stimolo per lo sviluppo complessivo della Sicilia?
Mille domande si affollano, e l’Architetto Vella ha notevoli motivazioni per sottolineare le difficoltà e le inadeguatezze che sono sotto gli occhi di tutti; ma certo con un territorio vasto come la Sicilia dove esiste solo un tratto di 25,20 Km. di Autostrada moderna (Catania – Augusta) è un paradosso; parlando poi del raddoppio della SS 640 (Porto Empedocle – Caltanissetta) ancora in fase di completamento e che prima del Suo completamento si stanno completando nel frattempo i processi nati nel frattempo.
A chi attribuire responsabilità su questo insostenibile ritardo? Crediamo che molte responsabilità siano da attribuire al quel Parlamento che vanta, tra l’altro, di essere il più antico Parlamento d’Europa, che non riesce a tirarci fuori dalle secche e non riesce a portare questa splendida terra su standards europei; dal 1997 si parla di programmazione di fondi strutturali messi a disposizione dalla Comunità Europea; nel 2000 parte “Agenda 2000” e con quali risultati? Riconosciuto per il meridione d’Italia “l’Obiettivo 1” tale è rimasto; la notevole quantità di finanziamenti messi a disposizione non sono stati spesi e i pochi spesi spesso sono stati spesi pure male; siamo arrivati al 2006 con risultati insignificanti e siamo stati accontentati con una proroga che ci ha portato al 2013; ma anche questa non è stata sufficiente e ci inserisce nel Quadro Finanziario Pluriennale 2014 – 2020.
Si sente ancora l’eco dei comizi dai quali si è levato alto il messaggio, quasi ad indicare con soddisfazione di essere rimasti “Obiettivo 1”, insomma una vera e truffa dialettica che inganna i più.
La Sicilia è la regina delle opere incompiute, è il dato sconsolante che emerge dal terzo monitoraggio elaborato dal Ministero delle Infrastrutture. Dalla città dello sport di Tor Vergata alla nuova linea ferroviaria tra Matera e Venusio sono ben 868 le opere incompiute in Italia di interesse nazionale al 2014 e in aumento rispetto alle 692 dell’anno precedente. Con i dati della Sicilia è stata completata la pubblicazione dell’anagrafe delle opere incompiute attraverso il sistema di monitoraggio del ministero dei Trasporti. Alla Sicilia il record delle opere incompiute, ben 215, pari a un quarto di tutta Italia e ad un valore di 420 milioni di euro e che arrivano a ben 302 in un più recente elenco diramato dall’ANCE.
Vella fa presente all’attento uditorio di essere un Lion e come tale non fa politica; i Lions si pongono come stampella per coloro i quali hanno la necessità di confrontarsi con le carenze e l’inadeguatezza delle risposte dello stato; Ecco perché, come oggi, scendono in campo, non solo per dire ed esprimere un autorevole giudizio, ma essere insieme, con la valenza che deriva dalla forza e la consapevolezza di essere Associazione di livello Internazionale ed in particolare l’Associazione non governativa più importante del Mondo.
Altro argomento lambito è stato quello di “Siciliacque” che è una Società mista classificata come “impresa pubblica” operante nel settore della adduzione dell’acqua potabile della Regione Siciliana.
La Società, costituita per il 75% da soci industriali leader nel campo dei servizi per l’acqua e per il 25% dalla Regione Siciliana., subentra come concessionaria, nel luglio 2004 e fino 2044, all’Ente Acquedotti Siciliani (EAS) nella gestione del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione a scala sovrambito.
UN PO’ DI STORIA: Venne istituito L’Ente Acquedotti Siciliani (EAS), con R.D. n°24 del 19/01/1942, come ente unico in Sicilia per la costruzione di nuovi acquedotti, il completamento di quelli in corso di costruzione da parte dello Stato e la manutenzione di quelli già esistenti, per rendere più efficiente il servizio idrico nei centri abitati, dipendendo dal Ministero dei Lavori pubblici che ne esercitava le funzioni di tutela e vigilanza.
La svolta nella gestione dei servizi idrici in Sicilia si inquadra in un contesto in cui l’inadeguatezza delle infrastrutture idriche e fognarie evidenziavano le carenze di un sistema fino ad allora caratterizzato dall’eccessiva frammentazione. Pertanto la Regione Siciliana, lo Stato Italiano e l’Unione Europea, hanno promosso congiuntamente un’azione volta al superamento di tali carenze, con l’obiettivo di colmare il divario esistente con le altre aree europee più sviluppate.
Il primo passo dell’operazione che ha portato alla nascita di Siciliacque fu compiuto nel 1999 con l’approvazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana della legge regionale 10 di recepimento della legge Galli (la Legge n°36/94) nell’ordinamento della Regione Siciliana. La legge prevedeva, tra l’altro, la trasformazione in società per azioni dell’EAS (precedente gestore pubblico di gran parte della rete di adduzione e distribuzione dell’isola) e la ricerca di un partner privato della Regione per la costituzione di una Società per azioni in grado di ereditare la gestione del solo servizio di grande adduzione.
È stato a partire dal 2000, che però il processo di rinnovamento ha subito una forte accelerazione, soprattutto a causa di due fatti particolarmente significativi:
l’emergenza idrica del 2002 derivante da un’annata particolarmente secca, che evidenziò l’estrema precarietà dei servizi idrici e convinse la classe politica e l’opinione pubblica dell’insostenibilità dell’assetto organizzativo preesistente (è in questo anno che il presidente della Regione Siciliana è nominato, dal governo nazionale, commissario straordinario per l’emergenza idrica); la disponibilità, nell’ambito del Quadro comunitario di sostegno dell’Unione europea (Q.C.S.) per le regioni italiane “dell’Obiettivo 1”, di fondi per un intervento strutturale sulle reti idriche al fine di estenderle, potenziarle e mantenerle. I fondi dell’Unione europea (oltre 500 milioni di euro per la Sicilia) erano condizionati all’attuazione di una riforma strutturale del servizio idrico mediante l’attuazione della Legge Galli e la conseguente industrializzazione del servizio secondo criteri di economicità ed efficienza. Ad onor del vero la realtà ci ha riservato ben altri risultati; la privatizzazione ha dato origine ad un reclutamento di personale con troppa mano libera che non ha tutelato né il metodo di reclutamento ne le condizioni dei reclutati e questo a vantaggio di chi? Non certo per gli Utenti di un servizio del quale hanno solo registrato solo paradossalmente il lievitamento dei costi trasformando l’acqua in oro!!! Tutto ciò sembra una vera e propria truffa o quantomeno un errore di programmazione non negoziabile e sicuramente non accettabile; un fallimento che non può e non deve gravare solo sulle spalle degli Utenti che si vedono così vessati e maltrattati.
Con i decreti del Presidente della Regione Siciliana del 16/05/2000 e del 07/08/2001 la Regione Siciliana ha quindi disciplinato le forme di cooperazione tra i comuni e le ex province regionali per il governo e l’uso delle risorse idriche, individuando nove ATO, sulla base dei confini amministrativi per l’appunto delle ex Province siciliane.
La Sicilia è un’isola e la provincia di Agrigento un’isola nell’isola questa l’anamnesi il risultato dell’approfondimento; un dato da denunciare e da portare all’attenzione di chi con responsabilità a frenato lo sviluppo che merita ben altra considerazione.
A conclusione di tale intervento emerge solo tanto rammarico per tante occasioni perdute; e un solo auspicio un drastico cambio di rotta tendente finalmente a recuperare quelle possibilità offerte dai fondi della Comunità Europea.
Si chiude con questo auspicio l’intervento dell’Arch. Giuseppe Vella. Nel frattempo giungeva in sala, indossando la divisa da lavoro dei Lions, il Presidente della IX Circoscrizione Giuseppe Mauceri che a seguire, dopo una breve sintesi fatta da Mazzotta, tira le fila di una giornata intensa che lo ha visto operativo e in giro per la Circoscrizione e che conclude alla grande a Ribera; felice di trovare una sala piena di autorevoli ed interessati Uditori!!! Pertanto a Lui le conclusioni e quale delegato del Governatore del Distretto 108 Yb Francesco Freni Terranova si compiace del grande livello del Convegno tenuto a Ribera, e magistralmente organizzato dal Presidente di Club Giuseppe Mazzotta e affidato, come Relatori, a due Lions di razza. Un applauso corale ha portato alla fine il meritato risultato di aver provocato una importante riflessione su un tema nodale come quello delle Infrastrutture che sono e rappresentano lo stato, il polso e il livello di civiltà di un popolo amministrato.