“Sounday” si conferma una rassegna che segue il ritmo e la cadenza dell’estate: così, mentre luglio sta per cedere il passo ad agosto, alla Drogheria il blues profondo e graffiante di Marco Petrigno si trasforma nel rock’n’roll matto, ma allo stesso tempo femminile e delicato, della Female Trouble Band. La formazione, composta da sole donne, è per metà siciliana e per metà romana e si troverà nell’isola per presentare l’ultimo album: Pop-Up Rock’n’Roll. Fino a questo momento, nessuna band aveva ancora calcato il palco del “Sounday”: adesso toccherà alle quattro ragazze, per un live che si preannuncia bizzarro ed esplosivo. L’ultimo concerto del mese, invece, sarà quello del cantautore calabrese, ma trapiantato a Bologna, Federico Cimini, attualmente alle prese con il suo prossimo disco. Ad inaugurare agosto, infine, sarà un fuori programma d’eccezione: il torinese Buzzy Lao sbarcherà a Licata con il suo new blues nel corso del tour che lo vedrà impegnato in tutto il Sud Italia. Per l’occasione, l’artista piemontese farà ascoltare in anteprima alcuni nuovi brani che sta registrando proprio in Sicilia, precisamente a Palermo presso gli studi di Indigo.
Elisa Abela, la diabolica mente musicale delle Female Trouble Band, ha sempre avuto il pallino del rock’n’roll, ma è passata da molte altre esperienze musicali prima di approdarci: dalla collaborazione polistrumentista con Joe Lally dei Fugazi, al rock noiseggiante delle Danso Key (batteria), fino al rock più classico dei Primati (chitarra). Comincia a lavorare con Elisa Nancy Natali (già cantautrice) nella band Danso Key e da lì la loro sintesi musicale si esprime in progetti disparati fino ad arrivare a quello delle Female Trouble. Per metterci il colpo di lacca per capelli e la giusta verve prendono con loro Sarya Musmeci, che dello spirito rock’n’roll si ciba nella vita. Il Trouble delle Female è spinto al massimo; niente da invidiare a Divine nell’omonimo film di John Waters. La loro rivisitazione del rock’n’roll più puro degli anni 50, rimane semplice ma carico della disperazione del blues. Quando iniziano c’è prima il rock, scolpito dalla Fender di Elisa, poi si rotola giù con abiti femminili, acconciature e rossetti, lungo le strade di Chuck Berry, Elvis Presley, Nancy Sinatra, Little Walter, Bo Diddley, The Shirelles, Johnny Cash. Due voci femminili, la prima, quella di Nancy, arriva dal basso, suadente come quella di una vera rocker. Poi nei vortici della discesa irrompe l’energia di Elisa, quella che imbraccia la Fender e riempie di brillantina il giro semplice e costante del sotterraneo blues che si è acceso. Il duetto di chitarre e voci viene mantenuto a ritmo dal rullante, a volte accompagnato dal timpano, suonato per lo più da Alice Oliveri, anche se nelle date svizzere prenderà il suo posto l’ispano-austriaca Aurora Hackl Timòn. Infine, sullo sfondo, immancabilmente, Sarya: una percussione minimale e una terza voce che tiene tutto insieme come polvere di stelle.
Pop-Up Rock’n’Roll è un disco che racconta di cuori rotti, di delusioni amare come il caffè solubile bevuto la mattina dopo una sbronza di wodka alla fragola (che manco ti piaceva), e di tentativi di ripresa. Ep d’esordio della Female Trouble Band, due brani a facciata su un vinile 10 pollici che racchiude tutto l’incanto del rock’n’roll che si innamora del soul. La storia è percorsa a ritroso dalla fine, da quando nel primo brano, Iron Breaker, le due protagoniste vengono sorprese nel bel mezzo di una questione privata, mentre stanno per perdersi nel buco nero della gelosia. È un botta e risposta a due voci. Cosa c’entra interpretare un ruolo? Sarà forse il puro piacere di giocare e divertirsi davvero. A seguire Wronged ci mostra l’attimo prima ovvero il momento in cui si è decretato: qui qualcuno ha esagerato. Non mi farai del male, non prima che io abbia dato a te una bella dose della mia capacità di analisi, e allora si che potremo dire cosa è giusto e cosa non lo è.
Il tono della facciata A è abbastanza rhythm & blues. Nel lato B, Pop-Up Rock’n’Roll si aggrappa al manuale d’abbordaggio selvaggio che ogni buona vecchia volpe tiene sul comodino insieme alla boccetta di acqua di Lourdes. Non è poco, a volte i fatti si succedono molto più velocemente nella realtà che nella fantasia bacata. Per finire non poteva mancare Lady You Steal My Heart, lentone da ballare in caso di picchi altissimi di autostima. Si chiude così il disco, che poi è un’idea di vita, registrato così come è uscito, scarno ironico e vero: due chitarre attaccate ad un ampli dal cono traballante, un rullante suonato coi pennelli, e voci allegre dove si leggono le cicatrici, come nella migliore tradizione blues.
Appuntamento, quindi, a domenica 24 alla “Drogheria”, in Corso Roma 22 a Licata.