Le Olimpiadi di Rio sembrano ormai un ricordo lontano. È stata una spedizione molto positiva e soddisfacente per i colori azzurri. Se si vanno a guardare le storie di tutti i medagliati, ci si rende immediatamente conto di un filo comune e di una caratteristica che li lega come in maniera indissolubile. Stiamo parlando della loro provenienza e della loro origine. Infatti, molti sono meridionali.
Il Sud è sempre terra fertile e propizia. Gli abitanti di quella porzione dell’italico scarpone hanno sempre quel qualcosa in più, quella determinazione, quella caparbietà che permette di lottare, di non arrendersi e di credere nei propri sogni e nelle proprie capacità. Nel Meridione si vive a stretto a contatto con sofferenze e difficoltà quotidiane ed è probabilmente questo a forgiare questi grandi atleti.
Ed ecco che viene fuori l’oro di Daniele Garozzo nel fioretto maschile. Lo schermidore catanese, più precisamente di Acireale, si è preso l’alloro più importante nella sua prima avventura olimpica. Un successo fortemente voluto, cercato, meritato e frutto del lavoro e dei sacrifici. “Non c’è un segreto della mia vittoria olimpica. Chi mi stava intorno aveva percepito le mie stesse sensazioni. Ho vinto per la personalità; rispetto agli avversari avevo maggiore cattiveria, ero troppo travolgente”, ha dichiarato il campione olimpico in un’intervista-racconto rilasciata a Seven Press.
Ma in casa Garozzo la scherma è praticamente cosa di casa. Infatti Daniele è il fratello minore dello spadista Enrico, argento nella spada a squadre. Un podio, sotto certi punti di vista, un po’ sorprendente, ma che è davvero il risultato del grande impegno e della grande fame e voglia riuscire. E anche qui, manco a dirlo, a dominare è la Sicilia. Oltre a Garozzo, la squadra era formata dall’acese Paolo Fichera e dall’etneo Paolo Pizzo, campione del mondo nel 2011. Una tradizione che anche in quel di Rio de Janeiro è stata perfettamente confermata.
Ma se si parla di medaglia, di Olimpiadi, di scherma, di Meridione e di Sicilia non si può non parlare di lei. Non si può non parlare di Rossella Fiamingo. La 25enne catanese ha conquistato un’importante medaglia d’argento, la prima dell’Italia nella rassegna olimpica, nella spada femminile.
Un successo importante, che l’ha confermata ai vertici di questo sport. In molti hanno però parlato di una piccola delusione, in quanto, essendo stata per ben due volte campionessa del mondo, non ha rispettato i pronostici che la vedevano come favorita numero uno. Ma un alloro nella rassegna più importante in ambito sportivo non può essere definita deludente. Rossella è stata brava in semifinale a compiere una rimonta prodigiosa, quando ormai la sconfitta appariva scontata e decisa. La spadista catanese è probabilmente arrivata in finale un po’ scarica, ma ci ha comunque provato e creduto fino alla fine.
Siamo sicuri che un po’ di rammarico l’abbia provato pure lei, ma questo è sicuramente stato sopraffatto dalla gioia e dalla soddisfazione di un traguardo così ambito ed importante. Anche perché, vista la giovane età, non mancherà l’occasione per portarsi a casa quel qualcosa di più importante che stavolta le è sfuggito per un paio di stoccate. E siamo sicuri che ci riuscirà. Con quella caparbietà e quella determinazione che caratterizzano chi, da sempre, arricchisce il nostro medaglia. Sicilia, terra olimpica. Sì, si può proprio dire tranquillamente così. Sicuri che a Tokyo non saremo affatto smentiti.