Riceviamo e pubblichiamo – Ultime attività estive utili a creare “amalgama” e “voglia” di stare insieme e in questo caso con un momento di aggregazione di tipo culturale e in una location di prim’ordine com’è il Teatro Costabianca sito a Capo Rossello di Realmonte, cittadina che nel suo territorio ha visto insediarsi, nei secoli, oltre i Sicani, Greci e Romani che hanno lasciato importanti testimonianze archeologiche e che si stratificano su un fronte mare di eccezionale bellezza e le cui emergenze naturalistiche hanno reso sempre più famosa la marnosa costa bianca, meglio conosciuta come Scala dei Turchi.

Diversi Soci Lions, del Club Canicattì Castel Bonanno, guidati dal Presidente di Club Giuseppe Vella, l’intero Staff e con l’autorevole presenza della Presidente di Zona 26, Daniela Cannarozzo Di Pasquali, a teatro al Costabianca, per l’appunto, di Realmonte per assistere ad una Commedia classica sotto la Regia di Cinzia Maccagnano che ha egregiamente introdotto la “Compagnia del Pane” in MALINCOMMEDIA SULL’ORLO DEL MONDO.

Musiche eseguite dal vivo da: Lucrezio De Seta e Daniela Triolo.

“Le Rane” è una Commedia teatrale di Aristofane in scena, con grande successo, per la prima volta ad Atene, alle Lenee del 405 a.C. e fu poi replicata altrove e in più occasioni negli anni successivi per il suo valore artistico e sociale (fatto alquanto atipico per quei tempi).

E già, le Rane, chi sono? Le creature che stanno tra la vita e la morte, tra il sogno e l’incubo, tra la realtà e la finzione, tra il chiaro e l’oscuro, sullo Stige in attesa del trapasso, in attesa di poter cantare per essere zittite o ascoltate da chi, in bilico, sta inseguendo una chimera … Le Rane sono la poesia, che non si vede, ma è ovunque la si voglia evocare; sono la natura altra del mondo. Alla fine non conta più trovare l’autore di frasi “poderose”, ma riconoscersi tra Rane e insieme intonare il bel canto che accompagni l’impresa della risalita o almeno che illuda i sognatori d’essere più vicini al sublime.

Allora ecco perché i Lions non possono e non devono stare lontani da tanta fonte di risorgimentale rimodulazione della Società; la Scuola ed il Teatro, la Scuola maestra di Vita si impadronisca ancora di questi esempi perchè diventino pane quotidiano da imboccare ad allievi che non debbano invece intraprendere o quantomeno allontanarsi da quella strada che li porterebbe dritto verso alcool e fumo e li vuole schiavi dell’ignoranza!!! Il Teatro mantenga la giusta rotta e torni ad essere culla di civiltà rendendosi affascinante e trascinatore di idee sane per le quali valga la pena spendersi e vivere liberi da ogni forma di oligarchica oppressiva tracotanza.

I Lions con Concretezza e Operosità, come chiede il Nostro Governatore del Distretto 108 Yb Sicilia Vincenzo Spata vogliono che questo Teatro invada pacificamente le Scuole rendendole sempre più sede di Scienza e Coscienza!!!

Le Rane nell’opera quasi non ci sono. Si tratta, quindi, semplicemente di un incontro vocale in cui si imbatte il protagonista Dioniso durante il suo viaggio. Nello Stige, punto di transito, alle soglie dell’Ade, ascolta il loro canto. L’interpretazione della Regista è chiaro ed è che le Rane rappresentano per Aristofane la Poesia, abbandonandosi alla quale soltanto si è in grado di compiere il viaggio, di assopirsi e iniziare a sognare. Così la rana e il suo gracidare, simbolo del passaggio tra la vita e la morte e del potere della poesia, assume quella rilevanza tale da comparire nel titolo.