Riceviamo e pubblichiamo il messaggio del presidente onorario dell’Akragas, Marcello Giavarini.
Quando decisi di partecipare al progetto Akragas Calcio, lo feci con grande entusiasmo e desiderio di mettermi in gioco in un mondo a me sì sconosciuto ma che mi allettava per la qualità di un palcoscenico rilevante come la Lega Pro. Fin dall’inizio ho assunto il ruolo prettamente di socio finanziatore e pur avendo acquisito il pacchetto di maggioranza della società ho ritenuto opportuno non avere incarichi in seno al Consiglio di Amministrazione a causa dei miei impegni professionali che, inevitabilmente, mi hanno tenuto e mi tengono lontano da Agrigento.
Pur tuttavia non ho mai fatto mancare alla squadra sia il mio sostegno economico che il mio contributo morale di appassionato tifoso biancoazzurro. Aderii al progetto Akragas convinto di trovare una città euforica in tutte le sue espressioni, pubbliche e private, per il ritorno nel calcio che conta , dopo decenni di purgatorio fra i dilettanti. Venni attratto dalle promesse he avrei trovato efficiente e funzionale lo stadio Esseneto, ma sappiamo tutti come sono andate le cose: la maggior parte degli oneri dei lavori di adeguamento dell’impianto se li è dovuti sobbarcare la società, prima di avere la concessione, con tanta difficoltà e tanti cavilli, della struttura. Nei giorni scorsi, e suona come una beffa, il Comune ha, fra l’altro, intimato la società a togliere i cartelloni pubblicitari posti nel muro di cinta esterno dello stadio, adducendo motivazioni discutibilissime e che appaiono pretestuose, minando di fatto la possibilità di potere continuare ad usufruire di introiti da sponsorizzazione che costituiscono linfa vitale per la casse societarie. Ma ciò che mi ha colpito, in negativo, è il sentimento di distacco da parte della città nei confronti della squadra, visto che in queste due stagioni calcistiche, l’Esseneto non ha mai avuto il pubblico che una Lega Pro merita, al contrario, e questo è un controsenso, della militanza nelle serie dilettanti , quando di spettatori sugli spalti se ne registravano molti di più.
Paradosso pirandelliano, si direbbe da queste parti! Comprendo bene che qualunque tifoso voglia vedere la propria squadra vincente, sempre ai primi posti della classifica, ma non capisco come non si riesca a dare valore alla presenza della propria città in un campionato professionistico, dalla visibilità nazionale, in cui militano squadre di grande blasone e storia calcistica, e non certo rappresentanze provinciali o regionali. Vi sono città che farebbero carte false pur di avere una squadra in terza serie, ad Agrigento, invece, la si snobba come se la Lega Pro contasse tanto quanto, se non di meno, del campionato d’Eccellenza, con tutto rispetto per quest’ultimo. Premesso ciò, ieri ho avuto un colloquio telefonico con il presidente Silvio Alessi, a cui va tutta la mia solidarietà per le contestazioni e gli insulti subiti. Un colloquio chiarificatore che voglio esternare nei confronti di tifosi e città, ribadendo il mio esclusivo ruolo di socio finanziatore, nel momento in cui mi si chiede una maggiore presenza ad Agrigento, cosa che non posso assicurare, come in passato, per gli impegni personali che mi trattengono a Sofia.
Desidero rimarcare che il mio ruolo è stato ed è solo quello di sostegno economico, cosa che non ho mai fatto mancare, ad oggi il mio apporto finanziario è stato di 1.300.000 euro, evitando il pericolo di penalizzazioni da parte della Lega. La scorsa settimana io ed Alessi abbiamo pagato di tasca nostra lo stipendio ai giocatori, una volta constatato che la cassa sociale era vuota, per non incorrere nelle sanzioni federali. Mi riempie, perciò, l’animo di amarezza, il continuo vociare sulla mia fantasiosa ed inesistente insensibilità nei confronti della squadra, per via della mia non presenza fisica in città.
Io mi chiedo: cosa è più importante la presenza economica o quella fisica, quando la società ha di già una sua gestione amministrativa e tecnica con compiti ben distribuiti? Ad ottobre servivano altri soldi e mi sono personalmente ed esclusivamente impegnato ad aprire una linea di credito in banca, per assicurare gli stipendi ai giocatori, per salvaguardare la società da eventuali punti di penalizzazione. Se si pretende anche la mia presenza fisica in città, mi dispiace ma è cosa questa che non posso garantire: la precedenza va alla mia vita personale. Se poi ci mettiamo che, a fronte degli sforzi finanziari che io, e in parte il presidente Alessi, abbiamo fatto per mantenere l’’Akragas nel calcio che conta, siamo anche bersaglio di improperi, insulti, critiche, allora vuol dire che la mia amarezza e delusione hanno oltrepassato il limite, perché nessun componente della società merita di patire offese personali.
Sono fatti molto spiacevoli che mi hanno portato alla conclusione di mollare: da questo momento non sono più nelle condizioni di finanziare la squadra e sono pronto a cedere le mie quote a chi abbia voglia di subentrare per il bene dell’Akragas.
Nel caso che nessuno mostrasse interesse, cederò le mie quote alla città nella persona del Sindaco. Faccio presente che lascio la società con un’ autonomia finanziaria sostenibile fino a gennaio 2017. Dopodichè spetterà al Consiglio di Amministrazione decidere sul futuro dell’Akragas.
Infine, un sentito ringraziamento a tutti coloro che mi sono stati vicini in quest’avventura calcistica ad Agrigento con l’augurio di un buon proseguimento di campionato.
Marcello Giavarini