Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, va all’attacco del governo regionale contestando i criteri utilizzati per la scelta dei consiglieri di amministrazione dell’ente che gestisce l’area archeologica.
“Il Governo regionale – dice Firetto – dopo aver privato il Comune di Agrigento della sua parte degli introiti del Parco Archeologico della Valle dei Templi, come previsto dalle norme, e dopo aver scippato risorse decisive alla comunità locale, nomina un Consiglio di Amministrazione distante dal territorio e mal assortito anche sotto il profilo gerarchico, senza alcuna connotazione scientifica o accademica, togliendo al sindaco di Agrigento il diritto di voto, di cui ha sempre goduto.
La nomina del Cda del Parco attesa da 7 anni, si trasforma oggi in un palese attacco alla città, che viene privata del suo ruolo attivo e decisionale, nel momento più alto dei suoi riconoscimenti nazionali e internazionali e, soprattutto, in una fase in cui finalmente si sono sanati antichi e ingiustificati contrasti tra Comune, Parco e Soprintendenza. Ci opporremo con tutte le forme previste dalle leggi a questo sopruso intollerabile. La Regione alza steccati laddove si è riusciti a creare, invece, collaborazione leale nel superiore interesse della città e del suo patrimonio culturale.
Al disegno ordinato di sviluppo e di connessione della Valle dei Templi alla città, si contrappone un piano che persevera nel piccolo cabotaggio. I principi basilari di rappresentanza democratica sono piegati a logiche e metodi che passano sopra la testa della comunità amministrata. Mentre la città in totale sintonia volge il capo verso orizzonti grandi, ecco affermarsi la dura legge delle scadenze elettorali. La politica non può invocare crescita culturale se poi soggiace a ragionamenti di mera opportunità. Pare proprio che sia stato portato a termine il progetto, ch’era del Governo Lombardo, di togliere autonomia al Parco, riducendolo ad uno dei tanti servizi dell’Assessorato regionale. Per anni non hanno voluto nominare il Consiglio per ostracizzare Scienza e Territorio. Oggi viene confermata questa strategia che rende il Parco archeologico un banalissimo marchingegno per politicanti e questuanti.
Non più un ente culturalmente autonomo dove determinanti erano sia la Scienza che il Territorio, e dalle cui mirabili intuizioni provengono innegabilmente gli esaltanti traguardi odierni, ma un servizio di totale dipendenza che annulla tutti gli equilibrati contenuti della Legge 20/2000. Non accetteremo questo spudorato passo indietro. Agrigento andrà avanti. E crescerà nonostante loro” conclude Firetto.