Si è svolta ieri mattina, al Teatro Sociale a Canicattì, la Giornata di Studi sul tema “Conservazione e valorizzazione delle strutture e dei parametri murari. Il caso dei sistemi fortificati” organizzato in occasione della ricorrenza della Licentia populandi di Canicattì, 3 febbraio 1468, dalla sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento e della Fondazione Architetti del Mediterraneo e patrocinato dal Comune di Canicattì.
Durante la Giornata di Studi, si è acceso un focus sui Castelli italiani e internazionali con particolare attenzione sul Castello Bonanno di Canicattì, e sulle modalità da attuare per recuperare e valorizzare i siti storici che attualmente versano in condizioni di abbandono.
Al tavolo dei relatori Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento; il sindaco Ettore Di Ventura; Pietro Fiaccabrino, presidente della Fondazione degli Architetti del Mediterraneo; Giuseppe Lalicata, segretario dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento; Eugenio Magnano di San Lio, presidente della sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli; Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti; Michaela Stagno d’Alcontres, vicepresidente nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli; Maria Rosaria Vitale, dell’Università di Catania; Rosario Scaduto, dell’Università di Palermo; Lina Bellanca, Soprintendente Beni culturali e ambientali di Palermo; Salvatore Costa, della Divisione grandi progetti Mapei; Giuseppe Ingaglio, della sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli; Gabriella Costantino, Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Agrigento. Presenti alla Giornata di Studi, oltre a docenti universitari, studiosi e professionisti del settore gli studenti dell’istituto scolastico Ufo Foscolo indirizzi Classico e Scientifico e un gruppo di studenti dell’Istituto Artistico Rosario Assunto di Caltanissetta.
“L’Ordine degli Architetti, insieme all’Istituto Italiano dei Castelli – afferma Alfonso Cimino – promuove questa iniziativa inserita in un programma che il Consiglio dell’Ordine sta portando avanti: affrontare i temi della riqualificazione delle nostre città e dei centri storici dove insistono beni monumentali importanti. Questa è la giornata del restauro, delle tecniche e di come ricostruire un rudere e per farlo, cominciamo proprio da Castel Bonanno di Canicattì”.
“E’ un momento di riflessione sull’importanza di recuperare e valorizzare i nostri beni culturali, elementi importanti per restituire l’identità e le radici culturali alla comunità, in questo caso canicattinese – dichiara Rino La Mendola – Siamo consapevoli che, contestualmente al recupero dei monumenti, occorre investire nel rilancio dei centri storici quali cuori pulsanti delle nostre città, così da svilupparne il ripopolamento e in modo tale che il turista di transito possa essere attratto da una serie di interessi molteplici e trasformarsi in turista stanziale”.
“Questa giornata – dice Pietro Fiaccabrino – è dedicata a un tema importante: la riqualificazione e la ristrutturazione delle strutture antiche per strapparle a morte certa, se continuano a essere abbondonate, e restituirle alla società quale bene preziosissimo e motore di sviluppo economico culturale e sociale”.
“Abbiamo organizzato questa Giornata di Studi – chiosa Giuseppe Lalicata – con l’obiettivo di presentare le tecniche e le metodologie di intervento, ognuna con sfaccettature diverse. I temi, dunque, sono il restauro e la conservazione dei beni artistici e culturali presenti sul territorio, a cominciare da Castel Bonanno”.
Il Castel Bonanno, dunque, al centro dell’attenzione della Giornata di Studi perché, come ha spiegato Eugenio Magnano di San Lio, “è il nucleo dal quale è nata la città di Canicattì e oggi è un’occasione per parlare di questo Castello, attualmente in stato di abbandono. Non è semplice che questo edificio, in queste condizioni, abbia la visibilità che merita e possa essere apprezzato eppure, questo Castello, è stato l’identità di Canicattì per centinaia di anni”.