L’Akragas si avvicina, come se nulla fosse, ad una delle più importanti sfide del campionato, con una retrocessione già ottenuta matematicamente solo da un paio di settimane, ma di fatto già scontata dalle prime battute di questa stagione, e soprattutto con la prospettiva di una nuova penalizzazione.
Gli scarni comunicati emessi dall’Ufficio Stampa, raccontano giorno dopo giorno, di come la squadra si alleni, di come affronti gli impegni settimanali contro le formazioni giovanili, di chi si allena a parte e di chi è convocato per la prossima sfida. Viene addirittura omesso il nome di chi dirigerà dalla panchina, anche se è noto che Leo Criaco ha ripreso il suo posto di “secondo” affiancato da Mauro Miccichè che fino a due settimane fa allenava l’Under 17.
Nulla che lasci presagire la fine ingloriosa verso cui è proiettata dopo tre anni di professionismo gestito nel peggiore dei modi.
Dopo aver subito 5 punti di penalizzazione, ne arriveranno altri con il rischio di finire il campionato “sotto zero”.
Infatti, a seguito di segnalazione della CO.VI.SO.C., sei società di serie C, Siracusa, Matera, Pro Piacenza, Akragas, Mestre e Gavorrano, sono state deferite dal Procuratore Federale al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare. Con i club, per una serie di inadempienze relative al mancato pagamento di ritenute IRPEF e contributi INPS, sono stati deferiti anche alcuni dirigenti.
Alessi è stato deferito “per aver violato i doveri di lealtà probità e correttezza, per non aver corrisposto, entro il 16 marzo 2018, le ritenute Irpef e i contributi Inps relativi agli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per le mensilità di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2017, nonché di gennaio e febbraio 2018, e comunque per non aver documentato alla Co.Vi.So.C., entro lo stesso termine, l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps sopra indicati.”
Nulla da aggiungere se non la speranza che da lunedì arrivi qualche notizia positiva dall’Iran. In caso negativo, sarebbe quasi obbligato il passaggio alla “liquidazione” della società e alla conseguente sparizione dalla geografia calcistica nazionale.