Una delegazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei templi, sarà il 12 ottobre a Milano per discutere su “Agrigento e Milano, la ricerca archeologica in due città antiche”.
Compito degli esponenti del Parco, con il testa il Direttore Giuseppe Parello che guiderà le archeologhe Maria Concetta Parello, Valentina Caminneci e Serena Rizzo , sarà quello di spiegare le metodologie e modalità operative nella ricerca archeologica eseguita nella Valle dei templi, che hanno condotto anche alla scoperta del teatro.
L’iniziativa milanese, si sviluppa a margine della mostra “ L’eco del classico” e propone un confronto tra le due città antiche, entrambe espressione di eccezionali tesori affiorati durante gli scavi , da un lato la Valle dei Templi con il ritrovamento del Teatro, ad Agrigento, dall’altro Milano, con i reperti emersi durante gli scavi per la metropolitana .
Sarà la Soprintendenza archeologica per le province di Como, Lecco, Monza –Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, ad ospitare il convegno che prevede ,tra gli altri, il saluto del Direttore del Parco Parello e i contributi delle archeologhe Maria Concetta Parello che tratterà il tema “ Dalla città romana alla città tardo antica : trasformazioni nel santuario ellenistico – romano; Valentina Caminneci che illustrerà il “ Balneum di Agrigentum” e Maria Serena Rizzo con una relazione su “ Dopo il teatro : la frequentazione post – antica nell’area”.
Un momento di ricerca, studio e confronto che aprirà anche uno spaccato di riflessione sul ruolo dei musei nella conservazione e valorizzazione dei reperti archeologici e che proprio per questo vedrà anche la partecipazione di esponenti del Museo archeologico Pietro Griffo di Agrigento e importanti e qualificati nomi del mondo accademico, provenienti dal Politecnico di Bari, dall’ Università degli studi di Milano e Kore di Enna.
“ E’ un modo – afferma il Direttore Parello – per avviare un dialogo che è confronto e scambio su idee e metodi, un sistema che ci permette di promuovere un modello che si è rivelato proficuo e che vogliamo, si arricchisca di contributi che provengono dall’esterno , ma che miri ad esportare fuori dalla Sicilia, un esempio di buona pratica e di efficace modo di amministrare i beni culturali e i siti agli stessi collegati”.