Come era previsto la Sicilia ha registrato un netto calo di trapianti organi, nonostante già dal primo trimestre le Associazioni di categoria ne avevano dato l’allarme, questo non è servito a svegliare le coscienze di dirigenti, amministratori e politici.
Nulla è stato fatto. O meglio, solo illusioni messe in campo dall’Assessorato alla Salute con il “Nuovo modello organizzativo del Centro Regionale Trapianti”.
Fumo negli occhi. A darne conferma, l’attività registrata nel corso del 2018 emanata dal C.R.T., evidenziando un notevole calo delle donazioni di organi e di conseguenza meno trapianti.
“Colpa della solidarietà siciliana” diranno in assessorato e al Centro Nazionale Trapianti. No per niente.
La Sicilia ha già dimostrato di essere un popolo solidale, ciò che va chiarito da quanti ne hanno la responsabilità, è la netta differenza tra le attività di prelievo registrate nel 2017 con il 2018, attività scesa appena al 10%; imputabile a criticità logistiche e organizzative delle aziende sanitarie, passando dai 281 trapianti del 2018 a 221 del 2017, dati registrati al 31 dicembre.
Ovviamente, il mancato supporto economico alle aziende che espletano un processo così complesso, non facilità l’organizzazione intra aziendale a supporto dell’attività di prelievo, spesso volte, estremamente impegnativa per competenze e qualità professionali. Viene difficile pensare che vengano omessi atti dovuti per legge e che possono comportare la perdita della vita o la morte dei pazienti in lista d’attesa, già provati da lunghe malattie.
Va considerato inoltre, che, dei 221 trapianti eseguiti dai Centri siciliani nel 2018, 93 sono stati effettuati con organi procurati fuori regione, classificati “organi marginali”.
Che Sanità vogliamo? Quale speranza?